17 febbraio – 4 marzo 2018
Ludovico Franzolini
a cura di Saverio Bonato
Piccolo intervento su bocca e sterpaglia
“La bocca si secca nel dire ciò che si deve dire, ma deve seccarsi: il corpo spazioso è ugualmente modulato dal godimento e dal cancro. Areola del seno.
L’apertura è anche allentamento, i corpi si lasciano, si rilassano, i tratti si ritirano, il colore si morde da sé o si sputa. I contatti sono infetti, i luoghi sono spasmi, frizioni, spirali di virus e di batteri, di vibrioni, di corpi immunitari, immunodepressori, in un reticolo infinito di corpi-sequenze, di corpi-messaggi che si dissolvono, si coagulano, si contaminano, si replicano, si clonano, si frantumano, si irradiano, si mordono, tutto il corpus chimico, arcichimico, la sovrappopolazione di psichi acide, ionizzate, eccitate dai segnali ciechi di un mondo di corpi in cui i corpi ugualmente decompongono il mondo.”
Jean-Luc Nancy, Corpus, 1992
Ognuno dei sette dittici esposti rappresenta una fase, un tentativo di curare una ferita mai esistita.
Luoghi, oggetti e forme appartengono a un preciso ecosistema psichico.
Botanica e chirurgia, organico e inorganico, contagio virale e sporulazione, sono elementi coesistenti all’interno di un’unica psicosi.
Vedere il mondo come morbo attraverso un vetro opaco.
Ludovico Franzolini, Pordenone 1992
La botanica e la ritualistica, il decadimento delle cose e la voce degli insetti, come elementi ricorrenti all’interno della sua poetica. Figlio della provincia industrializzata del nord Italia, crede nella luce che emana un fiore nato nel marmo. Vive e lavora tra Pordenone e Venezia, dove studia presso la magistrale Iuav di Arti Visive e Moda.
Opening act:
sabato 17 febbraio
dalle 18.30 – 19.30
Ingresso libero
Foto di Stefania Bertoldo e Stefano Berra
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