Trattori e Carezze 2025-05-13T13:21:35+02:00

Trattori e carezze

Marco Emmanuele, mostra personale a cura di Saverio Bonato

Sabato 17 maggio 2025  | 17.30 | Via Giambellino 16, Schio (Vicenza)

 

Casa Capra è lieta di ospitare, il prossimo 17 maggio alle ore 17.30, la personale Trattori e Carezze, progetto dell’artista Marco Emmanuele, che indaga la fragilità e l’intimità del disegno attraverso l’interazione con un dispositivo meccanico.

La drawing machine #5.2 permette di tracciare segni che sembrano accaduti malgrado la volontà, come frutto di una resa, come se il disegno, perduta ogni pretesa di maestria, si fosse lasciato condurre da un automatismo fragile, un inciampo meccanico travestito da gesto. Qui la tecnica si ritira, quasi per pudore, e lascia campo aperto a un’intimità nervosa, rivelata nel modo in cui si stringe un carboncino — con forza, con esitazione, con stanchezza — o nella tensione che resta in un polso irrigidito dopo ore di disegno cieco.

Ciò che nasce è un vincolo, un patto corporeo fra l’artista e la macchina — ma è proprio nella restrizione, nella fatica, nella limitazione imposta dal dispositivo, che si apre un varco mentale, una condivisione quasi medianica. Si disegna in due, ma si pensa in uno. E il disegno, da disciplina, si fa ascolto, quasi terapia dell’altro, specchio sonoro di una compresenza.

Nei disegni realizzati con la macchina è subito chiaro:“non sono stato io a disegnare”. E tuttavia è proprio lì che accade il miracolo. Ritrovare un’intenzione propria, uno scarto interiore, nel gesto di un altro (o forse di nessuno), provoca uno stupore che non si dissolve, che torna come un’eco. È lo stesso spaesamento che coglie i ritratti viventi, i corpi chiamati a farsi immagine: un fremito a metà fra l’eccitazione tattile e la meraviglia di essere visti — disegnare senza vedere, posare senza sapere.

 


MARCO EMMANUELE, Catania 1986  

Dopo la maturità classica nel 2010 decide di proseguire gli studi in Architettura trasferendosi a Roma, dove attualmente vive. Il suo lavoro riflette un’intensa esplorazione della metamorfosi della materia – in particolare del vetro – in opere che evocano temi come il decadimento, la rinascita e il trascorrere del tempo. Profondamente consapevole della storia dell’arte, Emmanuele attinge a tecniche classiche e tradizioni rinascimentali, inserendo al contempo il suo lavoro nelle attuali riflessioni sulla materialità e sull’ambiente. Attraverso processi laboriosi di levigatura, scultura e lucidatura, trasforma sostanze scartate ed effimere in opere durature e riflessive, esaminando l’interazione del mondo naturale nella storia dell’arte.

Nel 2018 è stato in residenza presso Les Wonder a Parigi, alla Residenza La Fornace a Milano nel 2019. Nel 2023 è finalista al Premio Cairo. Tra le mostre si annoverano: Testa salpa (Operativa Arte contemporanea, 2024, Roma), L’oro blu (Museo dei bronzi dorati, 2024, Pergola), La lupa (panorama) (Galleria Daniele Agostini, 2023, Lugano), Arte Circolare (Museo MAXXI, 2023, Roma), Amici o pittori (Fondazione Pastificio Cerere, 2023, Roma), Biennale di Gubbio (Palazzo Ducale, 2023, Gubbio), Materia nova (Galleria d’arte moderna, 2021, Roma), 10000 Seahorse Power (Hypermaremma, 2021, Capalbio), Ionian Archaeological Archives (Bivy Space, 2018, Anchorage, Alaska).